venerdì 25 maggio 2012

Voglio fare la puttana

giovane puttana
Ebbene sì, il mio obiettivo è fare la puttana. Mi da piacere. Ho sempre visto con invidia le donne che battono sui marciapiedi, fin da quando ero ragazzina. Mi masturbavo furiosamente pensando di fare la puttana, aspettando i clienti sul ciglio di una strada, vicino ad un fuoco. Al culmine del piacere immaginavo di fare del sesso con il cliente, senza preservativo, e di accogliere dentro le mie cavità corporali il suo seme. Il giorno che ho compiuto 18 anni sono andato da mio padre e gli ho detto che non intendevo seguire a studiare, non intendevo continuare a vivere in casa con lui, che intendevo prostituirmi. A mio padre, molto cattolico, quasi è venuto un infarto. Io sono uscita di casa e ho cambiato vita. Ho vagato tutta la notte finché sono arrivata alla statale, di sera. Era pieno di puttane in piena attività: chiecchieravano allegramente tra di loro, cercavano di adescare i clienti, si vedevano alcune macchine dove stavano consumando. Sapevo di aver bisogno di un protettore per fare questo lavoro e lo trovai quella sera stessa: si chiama Mahmud, è palestinese, e gli piace rompermi il culo tutte le sere, prima di mandarmi a lavorare. Accetto clienti di tutte le etnie e di tutti gli aspetti fisici: mi eccitano molto gli immigrati, mi eccita molto sentire il sapore del sudore maschile, non come gli italiani che si lavano in continuazione. Non ho mai usato il preservativo, preferisco farmi venire dentro. Certo lavorando sulla strada è davvero difficile lavarsi, devo rimuovere alla meglio lo sperma dalla vagina e dall'ano e ritornare a lavorare. E si perché se non porto 1000 euro a sera, Mahmud non la prende bene: sono botte. Però non mi lamento: i soldi che guadagno sono per lui, ma io ho un posto dove dormire, da condividere con altre 8 ragazze, e 2 pasti caldi al giorno, oltre a tanto, tantissimo sesso. Non ho altro che chiedere dalla vita. Adesso mi preparo a farmelo mettere nel culo da Mahmud e poi vado di nuovo a lavorare. Mi aspettano almeno 20 cazzi stanotte e spero che siano anche di più. Non diventerò ricca facendo questo lavoro, consegno fino all'ultimo centesimo a Mahmud e sono fiera di farlo, ma almeno faccio la vita che ho scelto. Se avessi voluto diventare ricca avrei dovuto semplicemente sposare uno ricco e farmi mantenere, magari di giorno quando il maritino era al lavoro mi sarei fatta scopare da un negro o da un altro immigrato come fanno tante mie coetanee. Ma io così me li prendo tutti, non solo uno! E in fondo della ricchezza non mi interessa.

lunedì 14 maggio 2012

Un incesto anale

incesto anale
Il racconto che state per leggere ci viene inviato da Marinache dichiara di avere 18 anni e di aver vissuto davvero questa storia. Il giorno dopo aver compiuto i 18 anni, mio padre mi prese da parte e mi disse che me lo voleva mettere nel culo. Io rimasi perplessa, arrossii tutta e poi iniziai a farfugliare qualcosa, ma la sberla che ricevetti in piena faccia mi fece capire che, molto probabilmente, non avevo alcuna voce in capitolo. Era una faccenda che riguardava mio padre e il mio culo vergine. Mi girò, mi abbassò i jeans e le mutandine e me lo mise dentro di botto. Il dolore fu forte. Mi stantuffò a dovere, fino a riempirmi il culo di sperma. Poi mi fece girare di nuovo per appiopparmi altri due schiaffoni in piena faccia (che mi ruppero il naso) e infine mi abbracciò e ringraziò. Fu quello il momento in cui venni. Un orgasmo incredibile, ottenuto senza nemmeno sfiorarmi il clitoride. Il più forte orgasmo della mia breve vita. Mio padre mi disse che ero una puttana e che meritavo il trattamento che avevo subito. Mi limitai a dargli ragione perché in effetti era così. E da quel giorno il trattamento incestuoso per il mio giovane culetto è quasi quotidiano e devo ammettere che si fa sempre più duro. Ho anche iniziato a bere prima lo sperma e poi la piscia di mio padre. La sua fantasia più forte è quella di farmi mangiare la cacca, ci ha provato un paio di volte ma mi è venuto da vomitare. Fino adesso malgrado le sberle, i pugni, i calci, le cinghiate non ci è ancora riuscito. Ma mi ha giurato che se non imparo a mangiare la cacca, mi spellerà viva a cinghiate. E temo che lo farà veramente, ormai ho imparato a capire che un uomo come mio padre va obbedito e amato. Mia madre lo adora e mi invidia moltissimo, fino a poco tempo fa era lei l'oggetto di tutte queste attenzioni.