lunedì 9 maggio 2011

Racconto di incesto: sesso con la zia

L'incesto, lo sappiamo bene, è una delle fantasie erotiche in assoluto più diffuse e quindi sono tantissimi i racconti erotici di incesto che ci vengono richiesti. In questo caso siamo felici di accontentare i nostri numerosi lettori, con un bel racconto di incesto con la zia.

incesto con la zia

Il culetto della zia alla fine dell'incesto


Sono le sette. Gigi, il gatto, sbatte contro la porta a soffietto. Lo fa per
farsi osservare; non vuole sfuggire all'orecchio e allo sguardo. Oggi,
però, non è cosa: zia Alberta è morta dopo l'ennesimo attacco di cuore.
Almeno non soffre più, come noi. Noi che, come soldati, ci siamo stesi
attorno a questo tavolo, a spartire le vesti. "Il testamento. Cristo!, il
testamento" . Mario è sicuro che ci sia. Mario è mio cugino. Mario andava a
letto con zia Alberta. Incesto, si direbbe. Ma lo sapevano tutti, lo
accettavano, quindi, a casa nostra, incesto non era e non è. Nicola e
Francesca, invece, hanno altre idee. Nicola prima stava tranquillo. Ma poi
da tre mesi convive con la Fra' e il suo cane, che si chiama Nicola, proprio
come lui. In casa è un casino: quando la Fra' chiama Nicola, il cane corre
con la coda che sbatte, mentre mio cugino dice "che vuoi?". La Fra' lo
comanda a bacchetta e si ostina a chiamare Nicola entrambi, sia lui che il
cane, mentre lui (mio cugino) a lei la chiama "Fra" o "Lafra". A volte mi
chiedo se la chiama così pure quando scopano.
Comunque il testamento speriamo che c'è, perché se c'è la zia ha lasciato
qualcosa pure a me. Ma mi sa che non c'è. Ecco Mario sta procedendo alla
devastazione della zona notte. Grida parole col fiele alla Francesca, che
lui chiama puttana. Anch'io credo che sia un po' puttana. Una volta mi ha
voluta nel suo letto. Mi ha leccata un po' tutta con la scusa che eravamo
ubriache. Aveva fatto il limoncello, quel giorno, e lo avevamo bevuto. Lo
aveva fatto lei, con le sue mani e con lo zucchero ed il limone e lo avevamo
bevuto con le nostre labbra strette sul vetro. Poi ci eravamo strette l'una
all'altra. Insomma mi ha anche proposto di fare una cosa a tre. A tre con
Nicola. A me stava venendo lo scrupolo, perché Nicola è sempre mio cugino.
Ma lei ha detto: "non ti preoccupare, sciocchina". E ha detto così perché
lei diceva quell'altro Nicola. Ma io dissi che schifo, e scappai, perché a
lei e a mio cugino una ripassatina, insomma, l'avrei data. Ma col cane no,
cazzo. Che perversioni! Almeno avesse tirato in mezzo un gatto a nove code,
bhe, ci saremmo divertite. Invece no: un cane. Mario, intanto, è passato
alla zona giorno. Sta sconquassando tutto. Francesca ha lo sguardo furbo.
Sono sicura: il testamento non c'è. Intanto il gatto continua a sbattere col
cranio alla porta. Decido di andare via con lui. Lo faccio, grattandomi il
culo.