venerdì 13 agosto 2010

Racconto erotico sessuale

Mia moglie è morta un anno e mezzo fa e la mia vita sessuale si è ormai
deteriorata ad episodi sporadici di masturbazione; la maggior parte del
tempo utilizzo ormai la sempre crescente raccolta di periodici e materiale
che scarico da Internet.
Di quando in quando sono però tentato dalla figlia della mia vicina di casa,
Kim. Kim era all'ultimo anno delle superiori ed era un vero schianto; sua
madre era giapponese e le aveva passato un'aspetto esotico veramente
accattivante, almeno per me.


Questo particolare venerdì Kim era rimasta a casa da scuola e stava
prendendo il sole nel cortile posteriore, preso dalla tentazione decisi di
prendere il binocolo anche perché dalla mia camera da letto avevo una
perfetta visione del cortiletto privato in questione. Kim portava una
maglietta bianca e una gonna corta pieghettata, indossava anche quelle corte
calze alla caviglia e quelle scarpette di cuoio che mi facevano impazzire.
Era distesa su di una sdraio e potevo vedere completamente tutte le sue
gambe, quasi fino la biancheria intima. Si slacciò le scarpette e potei così
concentrarmi su quelle gambe e sui piedini così dolcemente ricoperti dalle
corte calzine da donna. Dopo una trentina di secondi sono venuto in
uno dei migliori orgasmi che abbia mai avuto da un sacco di tempo a questa
parte.
Appena riposto il binocolo ebbi come un flash, pensai di aver visto Kim
guardare verso di me ma probabilmente si stava semplicemente guardando
intorno perchè tornò rapidamente alla lettura del suo periodico come se
nulla fosse accaduto.


Il cordless che aveva con lei suonò proprio in quel momento e lei scomparve
in casa; poco tempo dopo però, mentre ero in cucina, vidi Kim andarsene
alla guida della propria macchina. Pieno di curiosità decisi di andare a
dare una seconda occhiata al cortiletto abbastanza sicuro che lei avrebbe
abbandonato quelle fantastiche scarpette. Il recinto di separazione tra le
nostre proprietà era alto solo 5 piedi e l'area era abbastanza appartata;
oltretutto sapevo che entrambi i suoi genitori lavoravano e non sarebbero
stati a casa per ore.
Oltrepassai così il recinto in un secondo e mi trovai ben presto
inginocchiato presso la sdraio; le scarpette eranop effettivamente lì. Ne
presi una e la portai fino al naso inalando così l'inebriante fragranza dei
piedi di Kim e del cuoio. Sebbene avessi appena eiaculato, poco meno di
un'ora prima, ero ancora duro come la roccia così slacciai velocemente i
calzoni e diedi il via ad una seconda masturbazione; cominciai a leccare il
cuoio della scarpa immaginando che Kim la indossasse ancora.
Appena arrivai a leccare la sabbia che stava sotto la suola della scarpa
venni di nuovo in
un altro squassante orgasmo.


Mi stavo riabbottonando i calzoni quando una visione mi gelò: dall'altra
parte della porta a vetri vidi Kim con una macchina fotografica;
evidentemente aveva ripreso la mia prestazione. Prima che mi potessi muovere
lei chiuse la tenda e scomparve; io sono rimasto allibito ma non potevo fare
altro che ritornare rapidamente nel mio appartamento.
Cosa fare ora? Cosa avrebbe fatto Kim? L'avrebbe detto ai genitori? O
peggio alla polizia?
Non potevo fare altro che aspettare gli eventi e un paio di ore dopo il
campanello suonò.


Il mio cuore ebbe un balzo improvviso, andai alla porta e sbirciai
attraverso lo spioncino; era Kim ed era sola. IL campanello suonò di nuovo
così aprii deciso a parlare con lei, a cercare di capire la situazione e
vedere se ne aveva già parlato con qualcuno e se potevo persuaderla a non
farlo. Appena aprii la porta lei entrò decisa affermando di avere qualcosa
da mostrarmi e così dicendo fece cadere un mazzo di foto sul tavolinetto.
Cadde improvvisamente un silenzio di ghiaccio, non avevo bisogno di
guardare, sapevo benissimo di cosa si trattava.


"Naturalmente i negativi sono al sicuro" affermò mentre era vestita
esattamente come prima, comprese quelle scarpine che mi eccitavano tanto.
Ero intirizzito, gelato dalla situazione; proprio in quel momento mi arrivò
una ginocchiata all'inguine e una spinta all'indietro che mi fece perdere l'
equilibrio.
Chiaramente era lei che dominava la situazione, io ero assolutamente
spaventato e paralizzato sia dal dolore che dalla paura, oltretutto stavo
ancora lottando per cercare di mantenere l'equilibrio.


Finalmente riuscii a farmi da parte ma intanto notaii che Kim stava parlando
con qualcuno. Non avevo chiuso la porta porta principale e apparve così
l'amichetta di Kim, Karen, macchina fotografica alla mano.
Karen era gia sparita quando mi rialzaii. Cosa stava succedendo qui? Mi
abbattei sul divano ancora completamente dolorante. Kim prese posto sulla
sedia di fronte a me con un sorriso furbesco sul viso accavallando le gambe
in modo che la sua gonnellina, già corta, risalisse ulteriormente; il suo
delizioso piedino ondeggiava delicatamente.


"Allora cosa facciamo ora Sig. Conway? Ha dei suggerimenti? Lo stupro è
un crimine molto serio in questo stato."


Ho cominciato balbettare qualche cosa di inintelligibile ma la mia mente
vagava a vuoto, non potevo pensare chiaramente. Giusto allora il campanello
suonò di nuovo e Kim si alzò ad aprire. Era Karen la quale aveva
evidentemente messo la macchina fotografica in un luogo sicuro.


Karen era un altro schianto; al posto dell'aspetto esotico di Kim, Karen
sfoggiava la classica bellezza californiana: biona, occhi azzurri, fisico
perfetto ed era la capitana delle cheerleader a scuola.
Indossava una sorta di stretta maglietta che accentuava i suoi giovani e
perfetti seni, e stretti jeans che le sagomavano alla perfezione il sedere.
Sebbene fossi già venuto due volte nelle ultime quattro ore, il mio cazzo si
stava già agitando alla vista di queste due giovani bellezze malgrado io
dolore che il ginocchio di Kim mi aveva causato.


"Entra ed accomodati Karen" Disse Kim " stavamo giusto discutendo su cosa
fare di questa situazione.
Lei Mr Conway sarebbe disposto a discutere di questo problema o preferisce
farci parlarne con qualcun'altro, ad esempio la polizia?"


"No vi prego, non fatelo. Sono sicuro che possiamo discutere e risolvere il
problema senza coinvolgere nessun altro. D'altro canto non è successo niente
se non forse una violazione di proprietà."


"Beh, questo non è quello che l'evidenza suggerisce. Non credo che sia così
facile," disse Kim "non sono sicuro di essere a mio agio in questa
situazione, dopo tutto è piuttosto ovvio che lei è un maniaco sessuale.
Penso che abbiamo bisogno di cambiare la situazione qui se vogliamo
continuare a risolvere il problema.."


"Ma è quello che penso anche io, non vedo motivo perchè non possiamo
continuare" dissi.


Per nessun motivo avrei potuto lasciarla andare e mostrare a qualcun altro
le fotografie.


"Allora ho bisogno di sapere che Karen e io siamo al sicuro prima di
continuiare. Hai una corda?" mi chiese.


Non mi piaceva molto la piega che aveva preso la situazione comunque risposi
"Si, ce ne deve essere una nel garage ma non so se."


"Valla a prendere, ti aspettiamo qui"


"Ma."


"VALLA A PRENDERE O CE NE ANDIAMO A MOSTRARE QUESTE COSE A QUALCUNO CHE LO
TROVERà INTERESSANTE" ordinò Kim..


Rapidamente mi alzai ed ubbidii, al mio ritorno Kim mi fece mettere in
ginocchio con le mani dietro la schiena. Mi stavo quasi abituando ad
ubbidire ai suoi ordini


Dopo avermi legato mani e piedi mi disse che avremmo potuto continuare la
"conversazione."


"Bene Sig. Conway, lei ha fatto una cosa terribile e deve soffrire le
conseguenze."


Era evidente che non c'era nessun modo per me di intervenire in questa
discussione dove Kim stava dettando i termini della mia "punizione."
Di nuovo si sedette e cominciò a fare dondolare la gamba, io guardavo fisso
Il suo piede che si muoveva dolcemente ed il mio pene era ormai in piena
erezione causandomi anche un certo fastidio per la scomoda posizione in cui
ero.
In qualche modo credevo però che lei lo sapesse, comunque continuò "Siccome
lei non è nella posizione di discutere sarà sicuramente d'accordo su
qualunque punizione io decida di infliggere"


"Allora?" domandò.


IL mio sguardo era perso sul suo piedino e su quella scarpa che tanto mi
eccitava tanto che anon avevo capito la domanda e non avevo capito che si
aspettava una risposta.


Prima che potessi rispondere disse " Va bene, forse ha bisogno di un po' di
tempo per pensare, comunque si ricordi che non ho nessun problema a portare
il tutto alla polizia e penso che lei sarà un uomo molto vecchio quando
potrà riveder di nuovo il mondo. Andiamo karen, mettiamoci comode mentre il
caro MR Conway ripensa alla sua situazione."


Non potevo vedere cosa stavano facendo ma decisi di fare procedere le cose
come voleva Kim , del resto non potevo fare altro, così attesi il suo
ritorno.
Probabilmente erano in cucina a versarsi qualcosa da bere, invece
ritornarono dopo una quindicina di minuti.
Venivano dal piano di sopra e KIm portava un mucchio di carte; il mio cuore
ebbe un sussulto:aveva trovato le mie storie di dominazione che tenevo in
camera da letto.
Nessuno dei due parlò anche perché io ero di nuovo ipnotizzato dal piedino
che riprese ad ondeggiare.


"Sembra che io debba rivalutare la situazione" disse "Andiamo karen,
pensiamoci per bene mentre ci procuriamo qualcosa per cena"


"Hey ma le mie corde?" chiesi quando mi apparve chiaro che se ne stavano
andando


"saranno ancora lì al nostro ritorno" mi risposero semplicemente.


Rimasto da solo cercai di sporgermi per capire cosa stavano leggendo, era
una delle mie storie preferite: trattava di uomo che si era risposato con
una donna con una figlia diciottenne.
L'uomo divenne ben presto schiavo della ragazza arrivando perfino a
divorziare per passare una vita di completa sottomissione a lei.


Non capivo quali erano i piani di KIm, certo non si stava comportando come
una normale ragazza della sua età.
Che diavolo mi era saltato in mente quando ho scavalcato quel cancello?


Parte 2


Erano già passate almeno due ore, erano già le 9.30 di sera e stavo pensando
se le due ragazze sarebbero mai ritornate, probabilmente si erano divertite
abbastanza e avrebbero lasciato perdere.
Ora io dovevo solo cercare di slegarmi e sperare che il tutto sarebbe stato
dimenticato.


Le mie speranze caddero immediatamente appena le rividi, entrarono
ignorandomi completamente con diversi pacchi. Si comportavano come a casa
loro ed era chiaro che stavano complottando qualcosa. Entrambe chiamarono i
propri genitori dicendo che avrebbero passato la notte a casa dell'altra e
questa sembrava una routine abbastanza collaudata, evidentemente avevano già
passato notti fuori, chissa dove.


Kim ritornò con una bibita e riprese la posizione che mi piaceva tanto :
2Allora, cosa dobbiamo fare con te eh?" chiese dolcemente.
Prese il fascio di fogli e li sfogliò "Che ruolo ti piacerebbe avere in
queste quando le leggi? A me sembra che ce ne sia solo uno." Disse Kim
scatenando l'ilarità di Karen.


IL mio cuore batteva di nuovo all'impazzata e non ero nelle condizioni
mentali per rispondere, notai solo che il suo piede si era fermato, anche
perché ormai il mio universo si riduceva a quello.


"Ora ti dirò quale sarà la tua punizione e se non sarai d'accordo andrò alla
polizia e tutto farà il suo corso: tu sarai il mio schiavo, farai tutto
quello che ti chiedo in qualunque momento e sarai duramente punito per ogni
minima disobbedienza. Dovrai farlo per tutto il tempo che deciderò poi,
quando mi stancherò, ti darò i negativi e ognuno tornerà alla propria vita.
Ora devi decidere, se sei d'accordo striscia fino qui e lecca la suola della
mia scarpa."


Non sapevo se pensare di essere finito all'inferno oppure in paradiso:
questa era una delle mie fantasie preferite e non avrei mai pensato che
sarebbe diventata realtà, anzi non sapevo nemmeno se veramente volevo farla
diventare realtà.
Del resto non avevo scelta, la vita in carcere per uno stupratore di
minorenni è assolutamente inaccettabile.


Cercai di strisciare come meglio potevo, tra le risate di karen, fino a
raggiungere il suo piedino e mi girai in modo da raggiungere la suola, senza
nessuna aiuto da parte sua.
Leccai per circa due minuti finchè Kim non si alzò e se ne andò, notai che
Karen stava filmando tutto con una videocamera.
"ora toglierò le corde ma voglio che tu rimanga in ginocchio ed in silenzio,
non puoi parlare se non te ne do il permesso. Ogni minima infrazione ti
costerà una grave punizione. Ti riferirai a me come Dea Kim e a Karen come
Lady Karen"


Mi slegò e rimasi in ginocchio, improvvisamente mi accorsi che non avevo
mangiato né bevuto nulla da molto tempo ma non potevo comunicarlo in base
alle nuove regole.


Kim andò alle borse che aveva portato ed estrasse quella che sembrava
evidentemente uno strumento di contrazione per il mio pene.
"Spogliati e rimani in ginocchio" ordinò.
Io esitai per una frazione di secondo e lei, prevedendolo, estrasse una
sorta di frustino.
"Sdraiati sul tavolinetto con il culo in aria, ti conviene fare in fretta se
non vuoi che la punizione sia più severa."


Avevo già abbassato le mutande mentre stava prendendo la frusta, così non mi
restò che esguire. Nel mentre karen filmava tutto e rideva anche per il
fatto che a me la situazione sembrava non dispiacere, almeno a giudicare
dalla potente erezione che sfoggiavo.
Avevo già avuto fantasie sull'essere frustato da una padrona ma non sapevo
come sarebbe stato in una situazione reale, potevo solo sperare che sarebbe
stato tanto bello quanto la mia precedente esperienza quando leccai la suola
della Dea Kim.


"Conterai ogni colpo e mi ringrazierai ogni volta" disse


Whap!! Il dolore fu immenso, era chiaro che Kim non si stava trattenendo
minimamente, presi un grande respiro e mi preparai ai prossimi colpi.
Improvvisamente ne arrivarono due in successione: "Ti ho detto di contare
dopo ogni colpo"


"Tre, grazie Dea Kim, posso averne un altro?" Dissi


"bene, allora ricominceremo dall'inizio e vedremo se hai capito."


Whap! "Uno, grazie Dea Kim, posso averne un altro?"


Whap! "Due, grazie Dea Kim, posso averne un altro?"


Whap! "Tre, grazie Dea Kim, posso averne un altro?"


Kim continuava a colpire con quella che sembrava tutta la sua forza, da
parte mia il dolore era quasi irreale ma contemporaneamente sentivo una
grande eccitazione pervadermi le parti basse.


"Kim non pensi che sia il caso di prenderla un po' più calma?" le disse
karen


"Karen non hai il diritto di intervenire nella mia gestione degli schiavi,
se non lo sopporti te ne puoi anche andare.
Tu schiavo vorresti essere trattato meglio da me?" chiese


"Qualunque cosa la renda più felice" Risposi


"Bene, a quanto pare sembri imparare in fretta."


Whap! "Quattro, grazie Dea Kim, posso averne un altro?"
"Oh no, dopo questa interruzione dobbiamo ricominciare da capo"


Whap! "Uno, grazie Dea Kim, posso averne un altro?"


Il tutto continuò nuovamente fino a dieci, alla fine ero totalmente
distrutto dal dolore e sicuro che non mi sarei potuto sedere per un mese;
alla fine mi lasciai scivolare a terra, totalmente spento.


"Guarda" esclamò Karen °"ha sborrato sulla tavola!"


"Allora cosa hai da dire a tua discolpa" chiese KIm


Era vero, la punizione mi aveva veramente sfinito ma anche eccitato inoltre
avevo molta sete.


"Posso avere qualcosa da bere Dea Kim? Non ho bevuto niente da molte ore"
pregai


"Vuoi bere? Intanto pulisci quello che hai fatto sulla tavola" disse
agitando la frusta "Karen riprendi tutto per dopo"
MI affrettai ad agire, nel timore di nuove punizioni. Era la prima volta che
assaggiavo lo sperma e, mentre il sapore non era per niente buono, il fatto
che me lo avesse ordinato lei lo rendeva molto eccitante.


"Allora, hai ancora sete?"


"Si Dea Kim"


"Piega la testa all'indietro" Kim cominciò ad aspirare e a risucchiare il
catarro dal naso e dalla gola poi fece un gesto a Kim per essere sicura che
stesse filmando tutto. Si posizionò a circa dieci cm dal mio viso, i suoi
capelli che gentilmente mi sfioravano le guance.
Sapevo di dover aprire la bocca e lei fece scendere un grosso globo di muco
verdastro che io assaporai come il migliore dei vini.


"Ora schiavo voglio vederti che mi ringrazi per il regalo che ti ho fatto"


Strisciai allora umilmente fino sotto la sua sedia e mi persi nell'
adorazione delle sue scarpe; Kim guardò Karen e sorrise con un gesto di
intesa che faceva capire che ormai mi aveva completamente sotto controllo,
proprio come nella storia che aveva letto poco prima.


Sinceramente non avevo idea di dove tutto questo avrebbe portato.