mercoledì 16 giugno 2010

Una troietta?

Lucia, nata e cresciuta a Siracusa,


Quanno se fece vergine e cristiana,


Vennette tutti i beni e, a l'antri insana,


A da' li sordi ai poveri era adusa.


E er fidanzato suo co' questa scusa


La denunciò a Pascasio che puttana


Voleva diventasse, anche si sana,


Finché 'n se redimeva da l'accusa.


Ma quanno che provarono poi in tanti,


A braccia, cor carretto o in portantina


A spostalla di lì, 'n c'erino santi;


E manco je riuscì quanno, carina,


Er popolo schierato a lei davanti


La scompisciava tutta co' l'urina.

mercoledì 2 giugno 2010

Uno strano racconto erotico

Legato a gambe e braccia divaricate, immerso in un buio denso, gelido
e pungente, sudato di terrore e immobile, inerme come un bambino
appena nato. Nudo.
Dio se lo amavo!
Amavo la sua paura, la sua ingenuità e perfino il suo odio per me.
Lo amavo perché lo sentivo dentro e perché tutto il suo essere mi
faceva tremendamente male, mi faceva morire.


Ero la sua aguzzina, il suo carceriere, la spietatezza che gli
penetrava nella carne e nella mente ma infine era Lui che penetrava me
e mi uccideva piano piano, togliendomi il respiro.
Dovevo reagire, controbattere, oppormi a quel dolore facendogli del
male.


Il Male.


Ridevo del Male.
Cosa è il Male se non un piacere strisciante che ti sferza la pelle e
la base dei sensi?
Il Male è una colossale Bugia creata per spaventare i bambini come
Lui.


- Ti farò del Male.


Non piangeva, non parlava, mi guardava fisso con gli occhi
interrogativi ed un po' supplicanti, sembrava chiedere perché.


Una schiera di demoni attendeva nell'Ombra un mio cenno, assetati di
quello stesso Sangue a cui mi abbeveravo nelle notti solitarie,
aspettavano il comando che solo io potevo dargli.
Erano lì, nascosti eppur così presenti, invisibili eppur così reali,
custodi di menti imprigionate da limiti terribilmente umani. Armati di
tutto punto, fremevano nell'attesa di pungolare la Carne sino a farla
sanguinare.


Sanguinare.


Volevo il suo Sangue più di ogni altra cosa al mondo ma solo perché lo
Amavo! E lui non poteva comprendere questo impulso naturale che mi
sgorgava dentro se non morendo alla sua Paura, se non scendendo
all'Inferno con me.


- Dove sono?


Un filo di voce tremante, la sua.


- Nella Casa d'Oro, l'Inferno!


Risi di gusto perché lui aveva creduto che la Casa d'Oro fosse solo un
luogo di Luce e d'Amore, aveva dimenticato che l'Amore ha anche un
volto osceno e demoniaco, che l'Amore vive di lotta tra opposti, vive
anche di Odio.


- No! Questa non è casa mia!


Abbassò la testa per nascondere le lacrime, per nascondere se stesso e
il suo Potere.
E proprio in quel momento vidi in Lui un accenno di erezione, si stava
eccitando.


Mi ero avvicinata così che mi potesse vedere, anche io ero
completamente nuda, rivestita solo di un paio di stivali di pelle nera
traforata e di alcune cinghie che mi avvolgevano il busto.
Nella mano destra impugnavo una delle mie armi prefetite, una lunga
lancia di lucido metallo che all'estremità finiva ad uncino e nella
sinistra una piccola sferza di cuoio.


Il Male. Occorre assaggiarlo piano piano perché, come la Luce, può
accecarti.


Dovevo dominare il desiderio di scagliarmi contro di Lui con tutta la
mia furia, con tutta la mia brama, dovevo mantenere stabilità ed
equilibrio, bilanciando il turbinio delle mie sensazioni.
E' difficile gestire l'Assoluto.


Decisi di non agire d'impulso ma di ordinare ai miei schiavi.


- Sulle cosce!


Essi uscirono dall'ombra per farsi attorno a Lui, neri, orripilanti e
di una nudità deforme, alitando il loro fetore sul suo bel viso.
Muovevano le fruste in perfetta sincronia, colpendo solo la parte più
sensibile e più ricettiva al dolore. Al piacere.
Senza intaccare la zona genitale, senza ferire in profondità.


Si poteva godere del Male? Si poteva Amare così?


Lo Amavo, ne ero certa, e godevo di quel suo mugugnare, godevo
terribilmente, ma restavo immobile davanti a lui, ficcandomi nella sua
carne e nella sua mente.
Diventando Lui.


E più lo penetravo più ne restavo scossa perché nel suo Cuore io non
c'ero! Non c'ero!
Fremevo di Rabbia, detestavo quell'Ignoranza becera e vigliacca che
annullava il sentire del Cuore!
Lui mi odiava sì, ma solo nella Mente, solo con la Ragione!


- Sei una povera pazza--


Mi fissò con disgusto per provocare in me una reazione scomposta. Lo
avrei ucciso, sì, con un unico colpo di uncino alla gola, avrei voluto
vederlo accasciarsi ai miei piedi ma donargli la liberazione sarebbe
stata la sua Vittoria.
E invece dovevo vincere io, dovevo dominarmi.


Dovevo lasciarlo vivere così, eternamente mio schiavo, eternamente
sofferente.


- E domani cosa direi a lei dei tuoi segni? Che è stato un fantasma?
Che sei caduto su un cepusglio di rovi? Quale bugia ti inventerai pur
di non ammettere la Verità?


La terribile Verità non era ammissibile per Lui, così moderato, così
controllato, così razionale. E' mai possibile svegliarsi e ritrovarsi
marchiati a fuoco?
In quale trappola era incappato? Possibile che Satana volesse proprio
Lui?
Cosa aveva fatto di male? L'aveva solo baciata! Lei era il Male, era
colpa sua!


- Sulla schiena!


Come Cristo legato alla colonna, subiva quella tortura senza darmi
troppa soddisfazione e il suo ostinato Silenzio muoveva d'istinto il
mio capo al cui cenno la Moltitudine aumentava il vigore con cui lo
colpiva.


Gli girai intorno per esaminare lo stato della sua pelle; era
bellissimo così disarmato e nudo, così sfinito. In me esplodevano
tutte le sensazioni dell'Infinito avrei voluto smettere per
abbracciarlo, per sostenerlo e per dirgli che lo Amavo, ma nello
stesso tempo volevo vederlo ancora più piegato, ancora più schiavo,
ancora più Mio.
Volevo vederlo morto.


Purché cedesse al mio Amore.


Questo è il Male.


Cristo è morto per Amore di coloro i quali così sanno Amare.
Può mai essere una colpa Amare? Il modo d'Amare è un punto di vista,
una opinione, un fatto relativo.
Ciò che conta è Amare.
E chi uccise Cristo e lo mise in Croce, amò.


Se non esiste Colpa non esiste il Male e se non esiste il Male esiste
solo l'Amore.
Perché Lui non comprendeva?
Quanto ancora avrei dovuto colpirlo?


Mi avvicinai alle sue spalle e, senza toccarlo, accostai la lingua
alle scapole per leccargli via una goccia di Sangue.
Ed in quel momento un colpo alle reni lo fece tremare.


Gustarlo era vera Passione d'Amore, era Cadere con lui nel Dolore ma
anche nel Piacere, era prenderlo sulle mie Ali Oscure per farlo
Volare.


Non capiva. Avrebbe mai capito?


- Basta!


La Legione tornò in un lampo nell'Oscurità lasciandolo solo a
respirare pesantemente.


- Domani ti rivoglio qui e ancora e ancora finché non capirai che ti
Amo.